Ratio Famiglia buoni consigli per l’economia quotidiana.


LEGGI

Città dei 15 minuti

Un nuovo modello urbano sostenibile

Una città a misura di cittadini, in cui i servizi essenziali sono raggiungibili in 15 minuti a piedi. Il primo a introdurre il concetto di “città dei 15 minuti” è stato il professore franco-colombiano Carlos Moreno, docente alla Sorbona di Parigi, proponendo un nuovo modello urbanistico, orientato allo sviluppo sostenibile e alla qualità della vita. Secondo la sua teoria, tutti i principali servizi essenziali quindi negozi, assistenza sanitaria, ma anche lavoro, cultura, istruzione e divertimento, dovrebbero essere resi disponibili in prossimità di tutti i nuclei abitativi. Dove la prossimità, appunto, è stata idealmente stimata in un tempo di percorrenza non superiore al quarto d'ora, a piedi o in bicicletta.


Eliminare tutti gli spostamenti inutili
L’obiettivo di questo approccio è quello di ricollegare le persone con il loro territorio, eliminando inutili spostamenti causa di inquinamento e spreco energetico.
 
È un vero e proprio ribaltamento di prospettiva rispetto ai progetti urbanistici finora sviluppati: invece di investire in una rete infrastrutturale efficiente, in grado di consentire ai cittadini di raggiungere agilmente punti della città molto distanti, perché non avvicinare questi punti ai cittadini?

Parigi ha scelto di investire in quest’ottica: la creazione di una “città dei 15 minuti”. Tra gli obiettivi finali, la riduzione dell’inquinamento e degli spostamenti e il raggiungimento dello status di città carbon neutral entro il 2050.

Piste ciclabili e nuovi servizi di quartiere
La capitale francese sta anche lavorando all’ampliamento della rete ciclabile con la progressiva introduzione di spazi ciclabili in ogni strada della città e intere vie, come la centralissima Rue de Rivoli, in cui le biciclette hanno già assoluta priorità, diventando così il mezzo di spostamento più efficace, rapido e sicuro in ambito urbano. Per il futuro, non troppo lontano, si prevede un’opera di riqualificazione urbana degli arondissement con l’introduzione di nuovi spazi di aggregazione sociale e culturale ma anche di co-working. Prevista infine l’apertura dei cortili delle scuole all’aperto per ampliare le zone verdi cittadine.

Il futuro urbano post-Covid?
Scelte che si stanno rivelando vincenti in questo particolare periodo pandemico che ha di fatto trasformato la vita dei centri urbani, la maggior parte dei quali non si sono rivelati pronti ad accogliere il cambiamento. E che potrebbero quindi essere prese da esempio in tutta Europa. In realtà diverse città avevano iniziato a investire in qualche modo in questa direzione e adesso il momento sembra davvero propizio. Le città post-Covid dovrebbero rispondere sempre più a queste esigenze “di prossimità”. Tra una modalità di lavoro che è sempre più smart e che con molta probabilità continuerà ad esserlo per diverso tempo, e la necessità di ridurre al minimo gli spostamenti, i centri urbani riscopriranno sempre più la vita di quartiere. E probabilmente è in questo senso che si dovrà investire. Promuovendo le attività commerciali e ricreative “sotto casa”, abbandonando la progettazione di centri commerciali, cinema multisala e qualsiasi altra struttura del terziario ai margini delle città, raggiungibili solo in automobile o con spostamenti pubblici spesso difficoltosi.

Milano verso un modello di “città a 15 minuti”
Quello della “città a 15 minuti” è un modello in discussione in tutto il mondo: in Italia al momento l’unica città impegnata in questa direzione è Milano. Il capoluogo lombardo ha inserito ufficialmente i riferimenti alla “città a 15 minuti” nel documento “Milano 2020. Strategia di Adattamento”: fra le principali tematiche, quella della riscoperta della dimensione del quartiere. Un’idea attuabile mettendo in campo alcune strategie mirate.
 
  • Il rafforzamento dei servizi pubblici in un’ottica di prossimità, equilibrando le differenze tra i quartieri e riducendo gli spostamenti.
  • L’ampliamento dell’offerta temporale e della dislocazione fisica dei luoghi di erogazione di servizi pubblici e privati, favorendo la fruizione digitale.
  • La creazione di servizi di medicina del territorio.
  • La riprogettazione dei servizi sviluppata guardando alle migliori esperienze di ambiti e geografie diversi.

Un’altra occasione di riflessione arriva da Fare Milano, che fissa 7 strategie per il futuro a medio termine. Tra smartworking e transizione ambientale, il primo punto si concentra sulla piccola scala e sui quartieri, focalizzandosi sulla “città a 15 minuti” e su spazio pubblico, servizi e commercio di vicinato dopo la pandemia. Un’idea insomma che sposa un modello di città post Covid-19 efficiente ed efficace.

Riguardo l'autore

Erika Seghetti

Erika Seghetti

Area: Case e immobili, Ambiente e turismo responsabile