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Parco naturale delle Alpi Marittime

Con i suoi 28.000 ettari, l'area del Parco naturale della Alpi Marittime è tra le più estese della penisola italiana. Al suo interno troviamo laghi, piccoli ghiacciai, cime oltre i 3.000 metri, valli e una grande abbondanza di fauna e flora alpina. Il parco è gemellato con il vicino Parco francese del Mercantour con il quale condivide un'area protetta per un totale di 100.000 ettari.


La zona del Parco della Alpi Marittime era già frequentata durante il periodo preistorico. Sono numerose, infatti, le incisioni rupestri presenti nelle grotte di Aisone, nella Valle delle Meraviglie, con tracce dell’età neolitica di 15.000 anni fa. Le montagne del Parco sono sempre state terra di passaggio per soldati, mercanti, pastori e pellegrini. 
Nel corso del 1800, il Parco diventa territorio di caccia della casata dei Savoia, colpiti dall’abbondanza di selvaggina e dalla bellezza dei luoghi. Durante la Seconda guerra mondiale, invece, le montagne riuniscono i partigiani del Piemonte nella guerra di Liberazione. L’ultimo evento che ha segnato la storia e il paesaggio del Parco è stata la costruzione degli invasi artificiali della Piastra e del Chiotas per la produzione di energia idroelettrica. I cantieri dell’Enel hanno cambiato il volto della Valle Gesso, ma anche offerto opportunità di lavoro ai giovani della valle, arginando in parte il massiccio spopolamento degli anni ‘60 e ‘70.
A livello geografico le alpi Marittime dividono la pianura piemontese dalla costa di Nizza, in Francia, e sono ripartite su tre valli (Gesso, Stura, Vermenagna) e cinque Comuni (Aisone, Entracque, Roaschia, Valdieri, Vernante).



Fauna
ll Parco ospita tutte le sei specie di ungulati presenti sulle Alpi: oltre a camosci, stambecchi e caprioli, sono presenti anche cinghiali, cervi e mufloni. Tutti questi animali sono detti “ungulati” perché si muovono su zoccoli che costituiscono una trasformazione delle unghie.
È presente anche il lupo, uno dei più grandi predatori europei, che era scomparso dall’arco alpino all’inizio del Novecento, ma che intorno alla fine degli anni 80 ha ricominciato a ripopolare la zona del Parco.
 
Per approfondire e comprendere meglio il modo di vivere di questo predatore, è possibile visitare le due sezioni del Centro faunistico “Uomini e lupi” per osservare anche alcuni lupi ospitati nel parco. 

Sono presenti anche altri mammiferi come la volpe (la più diffusa), la lepre variabile (specie tipica alpina), lo scoiattolo, il ghiro, il toporagno (anche quello alpino), il riccio e la talpa. 
Tra gli uccelli sono state avvistate più di 200 specie: di queste il 49% nidifica regolarmente, il 20% è costituito da specie migratrici, mentre il restante 26% delle specie è di comparsa accidentale. Comuni sono: l’aquila reale, il biancone, il falco pecchiaiolo, l’assiolo, i galli forcelli, il merlo acquaiolo, il picchio muratore, il gipeto, il picchio rosso, il fringuello alpino, la capinera, ecc.
Tra i rettili non mancano le lucertole, i ramarri, i serpenti e gli orbettini. Ma sono presenti anche rane, rospi, salamandre e tritoni. 
I laghi e i corsi d’acqua sono ricchi di trote, e, infine sono diffuse numerose specie di invertebrati, tra cui molti lepidotteri e imenotteri. 

Flora
Nel Parco si possono distinguere tre fasce altitudinali: la faggeta, il bosco ad abete bianco e il lariceto rado. Formazioni forestali tipiche del piano submontano, come i querceti a rovere e roverella o i castagneti, ricoprono una superficie minima al limite nord-orientale dell’area protetta. Faggi e abeti si estendono su una fascia consistente e si trovano in una zona di condizioni ottimali per il loro sviluppo. Sono quattro le specie di conifere presenti nel Parco: l’abete bianco, l’abete rosso, il larice e il pino cembro.
I prati ricoprono circa il 17% della superficie del Parco e quelli chiamati prati-pascoli o prati pingui, presenti a partire dagli 800 metri di quota, sono i migliori dal punto di vista foraggero.  
L’ambiente delle pareti rocciose, poste oltre il limite della vegetazione arborea, costituisce un habitat estremo per la vegetazione. Anche le rocce più nude molto spesso sono solo apparentemente prive di vita: una moltitudine di piante inferiori (alghe, licheni, muschi, ecc.) sono in grado di colonizzare direttamente anche il substrato roccioso. 
Nel cuore della Alpi Marittime, a Terme di Valdieri, in alta Valle Gesso, si trova un giardino botanico con alcune specie endemiche. Il luogo, per il suo clima fresco e ombroso e per la ricchezza di vegetazione spontanea, era stato attrezzato con sentieri e vialetti già nell’Ottocento e conosciuto come “Giardino degli Inglesi”. 

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Riguardo l'autore

Alessandro Ponzoni

Alessandro Ponzoni

Area: Agricoltura, digital media, editoria, pubbliche relazioni, non profit