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La casa “passiva”

Cos’è e come funziona

In base alla Direttiva Europea 31/2010, entro il 2021 tutte le nuove abitazioni private (entro il 2019 per gli edifici pubblici) in Europa dovranno seguire il modello della casa passiva e rendersi autosufficienti dal punto di vista energetico (edifici a consumo zero). In particolare ogni abitazione dovrà raggiungere i seguenti obiettivi: consumo energetico annuale massimo per il riscaldamento pari a 15 kWh per metro quadro di superficie; consumo annuale massimo di energia elettrica pari a 40 kWh per metro quadro di superficie; consumo annuale totale di energia primaria dell'edificio (riscaldamento, raffrescamento, acqua calda sanitaria, energia elettrica) inferiore a 120 kWh per metro quadro di superficie. Per soddisfare tali requisiti sarà necessario: scegliere materiali costruttivi a basso impatto ambientale e isolanti termici naturali che riducano al massimo le dispersioni termiche verso l'esterno; installare fonti energetiche rinnovabili per i consumi termici ed elettrici interni all'edificio; scegliere impianti (elettrodomestici inclusi) altamente efficienti.


Definizione
Per “casa passiva” si intende un’abitazione in grado di assicurare il fabbisogno termico senza o con una minima fonte energetica supplementare di riscaldamento interna all’edificio (caldaie, termosifoni), sfruttando la combinazione di una serie di specifiche tecniche “passive” quali:
  • isolamento termico e calore interno;
  • finestre termiche;
  • geometria ed esposizione dell’edificio alla luce solare;
  • sistema di ventilazione per il ricambio dell’aria interna;
  • sistemi di recupero dell’energia.
  • Il minimo di energia elettrica richiesta da una casa passiva dovrà essere soddisfatta con fonti alternative quali:
  • pannelli fotovoltaici per la produzione diretta di elettricità;
  • pannelli solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria;
  • pompa di calore per il raffreddamento (per il quale potrebbe essere necessaria l’adozione di sistemi di ventilazione controllata a recupero energetico).
Isolamento termico di tetto e pareti
È ottenuto grazie all’aumento dello spessore del materiale isolante (circa 30 centimetri, contro gli 8-10 centimetri delle case tradizionali), ma anche collocando l’isolante nello strato più esterno della parete, anziché nel lato interno.
L’isolante è disposto su tutte le pareti esterne dell’edificio nella loro interezza e nella coibentazione del tetto.
 
Ottimizzando l’isolamento termico, l’edificio riesce a riscaldarsi grazie a fonti di calore come gli elettrodomestici in funzione, l’illuminazione interna, la luce solare naturale che penetra dalle finestre, la cucina, nonché con il calore emesso dai residenti che vi abitano.

La quantità di calore prodotta da tutte queste fonti non risulta, infatti, trascurabile se adeguatamente sfruttata.

Finestre ad alta efficienza
Un punto debole nell’isolamento degli edifici è generalmente costituito dalle finestre; è per questo che in una casa passiva il vetro delle finestre è triplo, anziché doppio. In questo modo la superficie vetrata risulta essere più isolante della cornice stessa dell’infisso e, quindi, si inseriscono nella struttura poche, grandi finestre invece che tante e piccole. Le finestre grandi aumentano la luminosità e il calore prodotto dai raggi del sole, mentre diminuiscono le perdite di calore attraverso gli infissi.

Forma ed esposizione dell’edificio
L’isolamento termico è ottenuto anche, tra le altre cose, grazie allo studio della forma dell’edificio: edifici di volume compatto mantengono meglio il calore rispetto a edifici caratterizzati da geometrie irregolari che determinano maggiori dispersioni termiche.
È importante, inoltre, prevedere una corretta esposizione dell’edificio rispetto al sole, in modo che le pareti più soleggiate siano capaci di assorbire il calore - per esempio, attraverso superfici vetrate - mentre le pareti più fredde e meno soleggiate siano perfettamente coibentate - senza finestre o con finestre di superficie molto piccola. 
Spesso, all’esposizione solare si integra l’utilizzo di tecnologie fotovoltaiche.
Nei climi temperati occorre prevedere, al tempo stesso, una sufficiente ombreggiatura delle pareti rivolte verso il sole, in modo da mantenere la casa fresca nei mesi estivi. 
Si usano, a tale proposito, specie vegetali che perdono le foglie nei mesi invernali e lasciano, quindi, penetrare la luce solare in presenza di basse temperature esterne.
Alcune case sfruttano anche il calore naturale del terreno mediante tubi interrati che si diramano all’interno dell’edificio.
Sistemi di ventilazione per il ricambio dell’aria interna
La circolazione dell’aria tra interno ed esterno è necessaria in tutti gli edifici ma, in genere, provoca forti perdite di calore. 
Nella casa passiva il problema è aggirato grazie a una ventilazione controllata che, attraverso un motore ad alta efficienza energetica e un apposito dispositivo per lo scambio di calore, permette all’aria in entrata di assorbire fino all’80-90% del calore dell’aria in uscita, prima di circolare all’interno. 
La ventilazione controllata serve sia a uniformare la temperatura delle diverse stanze dell’edificio, recuperando il calore dalle stanze dove se ne produce di più (come il bagno e la cucina) per cederlo alle stanze più fredde come le camere da letto e il soggiorno, sia per assicurare un regolare cambio di aria (dal momento che porte e finestre devono essere aperte il meno possibile per mantenere gli standard energetici richiesti).

Dove può essere costruita
Per quanto riguarda il luogo migliore per costruire una casa passiva è quello che non presenta potenziali ostacoli, come la presenza di altri edifici, che possano limitare lo sfruttamento della luce solare. Inoltre, affinchè lo sfruttamento della luce del sole sia massimizzato, è necessario che la casa sia esposta a sud.
I Comuni sono gli enti preposti ad autorizzare la costruzione di una casa passiva, verificando prima l’edificabilità del terreno e valutando successivamente il progetto esecutivo. 
È possibile che i Comuni impongano dei vincoli da rispettare (di tipo pae-saggistico o di altro tipo) prima di concedere l’autorizzazione finale alla costruzione della casa passiva.

Costi, finanziamenti e incentivi
Il costo iniziale di una casa passiva è variabile e dipende dai seguenti fattori principali:
  • superficie dell’abitazione;
  • materiali costruttivi impiegati;
  • impianti installati (pannelli solari termici, fotovoltaici, eventuale impianto di riscaldamento integrativo, sistemi di ventilazione);
  • tipologia di infissi utilizzati;
  • tipologia di soluzione di casa prefabbricata (in legno, mattoni o cemento).
Mediamente, considerando una abitazione di circa 100 metri quadrati su un piano solo, tenendo conto dei costi dell’isolamento di tetto e pareti, delle vetrate ad alta efficienza (a triplo vetro), degli impianti per la produzione di energia elettrica e acqua calda sanitaria (pannelli solari fotovoltaici e termici) e di eventuali sistemi integrativi per il riscaldamento domestico (caldaia a condensazione o a biomassa), si spendono circa € 30.000,00 in più rispetto a una casa tradizionale.
Alla pari delle abitazioni tradizionali è possibile ottenere finanziamenti dagli istituti di credito.
Sono concessi incentivi statali che riguardano detrazioni fiscali al 50% o 65% per chi opera interventi di ristrutturazione o riqualificazione energetica che comportano l’installazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili.

Vantaggi
Impatto ambientale quasi nullo
A causa degli standard restrittivi da soddisfare dal punto di vista dei consumi energetici, ci si affida all’utilizzo di fonti di energia di tipo rinnovabile (pannelli solari fotovoltaici e termici in particolare) per i consumi di energia elettrica e acqua calda sanitaria, garantendo così un impatto ambientale quasi irrilevante.
Maggior confort abitativo
Grazie ai sistemi di ventilazione vi è una migliore distribuzione del calore nei diversi locali e l’utilizzo di grandi finestre consente l’illuminazione diretta della luce del sole.
Risparmio economico
Dato che i consumi dell’abitazione sono ridotti rispetto alle soluzioni abitative tradizionali si ha una diminuzione dei costi dell’energia termica ed elettrica.

Svantaggi
Maggiore investimento iniziale nell’acquisto
L’investimento è influenzato dal costo di acquisto del terreno (variabile in funzione della località) e dal costo dei materiali e degli impianti  installati per soddisfare gli standard energetici richiesti.
Sito di installazione vincolante
Non deve risentire di potenziali ostacoli (case, ombreggiamenti, ecc.) che possano limitare lo sfruttamento della luce solare ai fini del soddisfacimento degli standard richiesti.
Progettazione ottimizzata in Paesi mediterranei
La progettazione di una casa passiva deve essere ottimizzata in Paesi mediterranei come l’Italia, caratterizzati da estati molto calde e afose, e non può essere data dalla semplice trasposizione di modelli che caratterizzano i Paesi freddi dell’Europa continentale (come Austria e Germania, dove questa tipologia di soluzione abitativa è molto più diffusa).
Influenza sulle abitudini quotidiane
Si tratta di una tipologia abitativa che modifica le consuete abitudini quotidiane, per il fatto che l’apertura prolungata di porte e finestre va a compromettere il rispetto degli standard energetici dell’edificio e la capacità di adattamento a un nuovo “modus operandi” tra le mura domestiche non è un aspetto trascurabile.

composizione impianto casa passiva
 
Con la delibera della Giunta Regionale n. X/3868, la Regione Lombardia ha anticipato al 1.01.2016 l’entrata in vigore della legislazione sugli edifici a bassissimo consumo di energia, prevista inizialmente (dalla direttiva n. 2010/31/Ue e da decreti nazionali del 26.06.2015) per il 2019, relativamente agli edifici pubblici, e per il 2021, relativamente alle abitazioni private.
La disposizione vale per gli edifici pubblici e privati di nuova costruzione e da ristrutturare.

Con successivo decreto n. 6480, ha inoltre fissato anche i valori dei requisiti minimi dei componenti edilizi da rispettare nelle nuove costruzioni e ristrutturazioni.

Anche la Regione Emilia Romagna con delibera della Giunta Regionale n. 967, ha anticipato di 2 anni l’entrata in vigore della legislazione sugli edifici a energia quasi zero: 2017 per gli edifici pubblici e 2019 per quelli privati.

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