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Amici alberi

Gli alberi erogano silenziosamente numerosi servizi ecosistemici ormai indispensabili per migliorare la qualità della vita in città.


Servizio ecosistemico: una locuzione entrata nel linguaggio comune, un argomento di cui sempre più spesso si parla, soprattutto in relazione agli alberi. Ma cosa si intende esattamente per servizi ecosistemici? Una definizione ermetica ma completa è stata data dal progetto di ricerca Millennium ecosystem assessment secondo il quale si tratta di “benefici multipli forniti dagli ecosistemi al genere umano”.
I servizi ecosistemici giocano un ruolo imprescindibile nella società umana anche se, evidentemente, lo fanno in modo nascosto, lontano dai riflettori e dai mercati: proprio per questo difficilmente entrano nell’agenda politica e, alla loro importanza, si preferisce spesso anteporre questioni di carattere economico o industriale.
Eppure, la riduzione o la perdita di servizi ecosistemici aumenta la vulnerabilità di tutti noi ai disastri naturali, mina il nostro benessere, la nostra eredità culturale. Gli alberi in città rivestono quindi un ruolo di primissimo piano nella direzione della qualità della vita e non solo per il piacere di osservare un bel viale alberato o un parco impreziosito dalle fioriture primaverili.
Ma quali sono i principali servizi ecosistemici erogati dagli alberi in ambiente urbano?

Un climatizzatore naturale
Grazie agli alberi – e alla vegetazione più in generale – si verifica il fenomeno della evapotraspirazione ossia dell’asportazione dell’acqua contenuta nel terreno grazie all’assorbimento da parte dell’apparato radicale dei vegetali, acqua che viene poi immessa nell’atmosfera. Questa continua sottrazione di acqua provoca una sensibile riduzione della temperatura percepibile non solo nelle immediate vicinanze delle piante ma anche a livello di quartiere. Cosa ancora più interessante è che la differenza di temperatura media tra le aree verdi (inclusi i parchi e i giardini urbani) e quelle edificate è tanto maggiore quanto più intensamente urbanizzata è una città. Una buona iniezione di ottimismo per chi vuole iniziare a rinverdire il proprio Comune – anche le aree produttive, molto spesso prive di copertura vegetale –, un motivo per non scoraggiarsi in quanto ogni albero in più può fare la differenza. Lo sanno molto bene coloro che hanno la fortuna di parcheggiare al di sotto di un’area alberata: anche il semplice ombreggiamento può ridurre di molte decine di gradi la temperatura raggiunta al suolo nelle ore più calde della giornata.

Effetto spugna
Che dire poi della pioggia? Davvero un toccasana, un vero e proprio refrigerio estivo. Peccato che, complice la sempre più elevata impermeabilizzazione delle città, gli eventi piovosi assumono caratteristiche quasi sempre negative. Strade che si allagano al primo acquazzone, vie centrali trasformate in effimeri fiumi, attività economiche e vita quotidiana momentaneamente paralizzate. Ma cosa possono fare gli alberi per tutto questo? Una cosa basilare: attenuare gli effetti del picco di pioggia, comportandosi come una spugna in grado di assorbire e trattenere una buona quota delle precipitazioni – in questo ovviamente in collaborazione con il terreno – e di restituirla con gradualità nelle ore immediatamente successive all’evento.
Non è un caso se sempre più spesso, anche nel nostro Paese, si citano i rain gardens ossia di giardini e aree verdi capaci di assorbire temporaneamente le piogge, allagandosi e alleviando il carico di acque che altrimenti confluirebbe nel sistema fognario o che provocherebbe allagamenti e torrenti stradali.

Alberi antismog
Tra le tante ragioni per cui è importante aumentare il numero di alberi all’interno delle nostre città vi è anche questo: le piante rendono l’aria più respirabile. Ossidi di azoto, monossido di carbonio e particolato atmosferico sono solo alcuni degli inquinanti che popolano le nostre città e che rendono l’aria talvolta irrespirabile con conseguenze nefaste per la nostra salute, soprattutto per quella delle fasce di popolazione più deboli (bambini e anziani). Targhe alterne, riduzione della temperatura del riscaldamento, blocchi del traffico sono misure estemporanee che non affrontano la radice del problema. Le nostre città devono essere reinventate attraverso una pianificazione accorta e attenta alle esigenze di carattere ambientale che ormai si fanno sempre più pressanti. Tante le strade da percorrere ma certo non si potrà fare a meno di un numero crescente di alberi dato che ormai è appurato che possono comportarsi come veri e propri depuratori: alcuni inquinanti vengono metabolizzati e resi innocui all’interno delle foglie, altri (come il temibile particolato) viene adsorbito sulle pagine fogliari dalle quali è successivamente dilavato dalle prime piogge, evitando così che raggiunga i nostri polmoni. Un albero adulto ne può adsorbire circa 1 kg all’anno che, altrimenti, finiremmo per respirare.

L’indispensabile ossigeno
È quasi superfluo ricordarlo: le piante producono ossigeno. Lo producono in quantità enormi, basti pensare che una ricerca condotta negli Stati Uniti ha dimostrato che le sole foreste urbane producono due terzi dell’ossigeno respirato dagli americani. Quantitativi davvero notevoli con concentrazioni che non possono che aumentare all’interno delle aree verdi. Su questo argomento non occorre dire altro se non sfatare un mito: è vero che gli alberi – come tutte le piante – consumano ossigeno per la propria respirazione cellulare ma lo fanno in quantità molto più modeste di quello prodotto nel corso della stessa giornata.

Tra tutela del suolo e cambiamento climatico
Gli alberi assorbono importanti quantità di anidride carbonica, gas serra per antonomasia. Un platano adulto assimila oltre 400 kg di anidride carbonica in un anno e ne conserva, all’interno dei propri tessuti, circa 7 tonnellate. Davvero un bel servizio con effetti che non sono certo trascurabili se moltiplichiamo questi numeri per il quantitativo di alberi presenti in una città. Ma gli alberi, con la chioma e l’apparato radicale, proteggono uno dei patrimoni più preziosi di cui disponiamo e del quale, a torto, si parla davvero poco: il suolo. Il terreno, lungi dall’essere un semplice substrato, è un complesso sistema di materiali organici e inorganici, funghi, batteri, microorganismi, insetti e altre forme di vita. Un sistema che impiega centinaia di anni per formarsi e per trovare un equilibrio e che deve essere salvaguardato in tutti i modi. Il più semplice è costituito dalla copertura vegetale con alberi e arbusti che lo mettono al riparo da erosione, compattamento e anossia. Non solo, un terreno in buone condizioni agronomiche conserva sotto forma di sostanza organica molta più anidride carbonica di quella stoccata dagli alberi, fornendo così un decisivo contributo alla lotta al cambiamento climatico.

Verde speranza
Sono molti i servizi ecosistemici erogati dagli alberi gratuitamente o, meglio, in cambio di un po’ di rispetto. Più l’albero è sano, meno è tormentato da potature dannose e da scavi in prossimità dell’apparato radicale e maggiori sono i benefici che ci restituisce.
Le nostre città quindi hanno bisogno di più verde, più parchi, più viali, più alberi. Non devono spaventare i “costi di manutenzione”, lo spauracchio di molte Amministrazioni pubbliche. Se ben gestiti, gli alberi non richiedono cure colturali onerose. Di certo, i benefici superano di gran lunga i costi. E poi quali città attrarranno nuovi cittadini, investimenti e progetti di sviluppo in futuro? Le metropoli, anche italiane, hanno già la risposta e si stanno rapidamente adeguando: quelle più verdi.

Riguardo l'autore

Luca Masotto

Luca Masotto

Area: Orto e giardino