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L’eredità di Raffaello



Nel 2020 ricorrono i 500 anni dalla morte di Raffaello Sanzio, una delle leggende del Rinascimento italiano. Si è imposto nella storia dell’arte come un vero e proprio mito: pittore eccellente, di buon carattere, bravissimo in quello che oggi chiameremmo “personal branding”, in poco più di 25 anni di attività professionale ha dipinto celeberrime Madonne con bambino, ritratti di Papi, cardinali e signori, nonchè affreschi conosciuti e ammirati in tutto il mondo.
Il periodo più prolifico di Raffaello è a Roma dalla fine del 1508. Qui sotto l’ala protettrice di Giulio II, che nel 1509 affida a Raffaello soltanto l’incarico di terminare gli affreschi nelle sue celeberrime stanze private. L’artista riesce infatti a “mettere da parte” tutta la squadra di pittori inizialmente chiamati da Giulio II per affrescare gli appartamenti.
L’opera di Raffaello ha avuto un’eco notevole su tutta la produzione artistica occidentale. Per esempio, il suo stile influenza la nascita e lo sviluppo del manierismo, anche grazie agli allievi della sua bottega, che finiscono per lavorare presso diverse corti europee. E poi, molti artisti dei secoli successivi si ispirano alle sue opere. Tra questi: i Carracci, Guido Reni, Caravaggio, Rubens, Velasquez, Ingres e Delacroix, finanche Manet e Dalì.

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