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Il Parlamento Europeo vuole tutelare il 20% del territorio UE
Il Parlamento Europeo vuole tutelare il 20% del territorio UEPoche settimane fa il Parlamento Europeo in seduta plenaria a Strasburgo ha approvato la Nature Restoration Law. Si tratta di una proposta di legge che si propone l’ambizioso obiettivo di tutelare entro il 2023 il 20% dell’intera superficie del nostro continente, o meglio, della superficie complessiva di tutti gli Stati membri dell’Unione Europea. La proposta riguarda sia la superficie terrestre che quella marina, le quali dovranno essere escluse e protette dallo sfruttamento commerciale. La norma fa parte del più ampio progetto denominato Green Deal europeo, un pacchetto di interventi presentati alla Commissione Europea per agire in contrasto al cambiamento climatico. L’esito positivo del voto, quindi, vincola il Parlamento Europeo ad appoggiare ufficialmente la proposta durante i negoziati che si svolgeranno nelle prossime settimane con gli altri due organi principali dell’UE, la Commissione Europea e il Consiglio dell’Unione Europea, per l’approvazione finale della legge. Il passaggio del sì alla votazione di luglio a Strasburgo consente i tempi tecnici necessari affinché si possa raggiungere l’approvazione definitiva entro la fine della legislatura europea. La Nature Restoration Law è stata approvata con 336 voti favorevoli, 300 contrari e 13 astenuti. Uno scarto, quindi, piuttosto risicato. Una grande parte del Parlamento, infatti, chiedeva modifiche al testo attuale per rispondere ad alcune istanze, provenienti soprattutto dal mondo agricolo e della pesca, che ritengono che la norma possa arrecare danni economici a questi comparti.

National Geographic USA licenzia gli ultimi giornalisti
National Geographic USA licenzia gli ultimi giornalistiLa rivista mensile National Geographic, nella sua versione originale statunitense con sede a Washington, è nata più di 100 anni fa. Ha un formato riconoscibile anche nella sua versione italiana, che a tutti noi sarà capitato una volta nella vita di sfogliare, con contenuti fatti di splendide fotografie e grandi reportage. La notizia recente è che l’amministrazione del magazine mensile ha completato, con un quarto ed ultimo intervento, il licenziamento di tutto il personale giornalistico interno: gli ultimi 19 tra redattori, giornalisti, fotografi che erano alle dirette dipendenze dell’editore. Da ora in avanti, pubblicherà gli articoli esclusivamente basandosi su collaboratori esterni freelance. Come anticipato, si è trattato della conclusione di un drastico piano di tagli ai costi e ridimensionamento cominciato già nel 2015, in seguito ad alcuni passaggi di proprietà della rivista, passata inizialmente alla 21st Century Fox e attualmente controllata da Disney. Ridimensionamento che prevede dal 2024, per lo meno nella versione USA del mensile, anche l’abbandono del formato cartaceo e la pubblicazione esclusivamente digitale. Nonostante restasse uno dei magazine più amati e apprezzati da molti lettori statunitensi e non solo, la pubblicazione ha dovuto fare i conti con la lunga congiuntura di difficoltà dell’editoria, il calo generalizzato dei lettori e della lettura come fonte di intrattenimento e informazione ed il confronto con i nuovi competitor informativi quali canali televisivi multi tematici, editoria esclusivamente digitale e social media.

Gli Stati Uniti d’America approvano la vendita di carne di pollo coltivata
Gli Stati Uniti d'America approvano la vendita di carne di pollo coltivataUna notizia della quale si è parlato molto, anche se non sempre in modo accurato dal punto di vista scientifico, è l’approvazione il 21 giugno scorso, da parte della Food And Drug Administration statunitense, della vendita per consumo umano della carne di pollo coltivata da parte di due specifiche aziende del settore. La carna coltivata, che spesso viene definita erroneamente “sintetica”, è un processo tecnologico basato sullo sviluppo in coltura e in laboratorio di proteine animali che viene studiato e sviluppato da diversi anni e che già in alcune aree, ad esempio Singapore, produce prodotti già commercializzabili e consumati. L’ente federale americano ha approvato la produzione di due società dopo lunghi ed accurati iter di controllo e ispezioni lungo tutta la filiera produttiva e di confezionamento. Al momento, si potrà trovare esclusivamente sul mercato statunitense solo pochissime quantità di prodotto proveniente dalle due società autorizzate, che operano attraverso un modello di business in economie di scala ancora non economicamente convenienti e competitivi. Questi prodotti costeranno più della carne tradizionale da allevamento per probabilmente, si stima, una decina di anni. Anche dal punto di vista della tipologia di offerta alimentare, questi processi sono ancora limitati ed hanno ancora molte complessità progettuali, problemi tecnici da risolvere per abbassare i costi di produzione, difficoltà a raggiungere determinati sapori, consistenze e aspetti esteriori del prodotto finito. Ma nonostante tutto, si guarda all’avvenuta approvazione come ad una data storica per l’inizio di un possibile sviluppo di un mercato e di una modalità alternativi all’allevamento di proteine alimentari per il fabbisogno di una popolazione umana in costante crescita.

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