Con l'emanazione del D.L. 18/2020 albergatori, tour operator ed enti soggiacciono alle conseguenze della «forza maggiore». L'ipotesi di annullamento di un pacchetto turistico per causa di forza maggiore, dovuta all'epidemia da Covid-19, è stata già presa in considerazione dal D.L. 2.03.2020, n. 9, con il quale il Governo è intervenuto disciplinando in modo specifico tale eventualità e riconoscendo il diritto di recesso per sopravvenuta impossibilità in capo a coloro che abbiano acquistato pacchetti turistici, voli, biglietti ad eventi. A fronte della richiesta di risoluzione del contratto formulata dal viaggiatore, l'organizzatore dovrà provvedere al rimborso integrale, eventualmente anche sotto forma di voucher di importo pari al dovuto, da utilizzare entro un anno dall'emissione. Detto ciò, va sottolineato che, a seguito dell'emanazione del D.L. 18/2020, alle stesse conseguenze soggiace anche il titolare della struttura alberghiera per il caso in cui il cliente, a causa dell'emergenza epidemiologica, receda dal periodo di soggiorno già prenotato. Vediamo nel dettaglio i casi di maggior interesse per noi cittadini viaggiatori.
Coronavirus, come ottenere i rimborsi anche se il volo non è stato cancellato
L’Enac (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile) afferma che il diritto di rimborso è esteso a chi vive in zona rossa o in partenza per un Paese che impone restrizioni agli italiani anche se il volo non è stato cancellato dalla compagnia.
Per quanto riguarda i rimborsi le compagnie aeree e quelle ferroviarie e dei trasporti dovranno adeguarsi alle decisioni assunte dal Governo compresa quella che prevede il rimborso delle spese di viaggio in caso di annullamento di concerti e altre manifestazioni a causa del Coronavirus.

Causa di forza maggiore
L’Enac spiega nel dettaglio l’applicazione della «causa di forza maggiore» prevista dal regolamento europeo 261 del 2004. Dunque, hanno diritto al rimborso i passeggeri che sono in possesso del biglietto aereo il cui volo è stato cancellato. Diritto al rimborso anche per i viaggiatori che, pur non avendo subito la cancellazione del volo, sono comunque soggetti alle restrizioni imposte da Paesi terzi. Anche i viaggiatori che per ordine delle Autorità sono soggetti a misure di contenimento dell’epidemia da Covid-19 e che, quindi, non possono usufruire del biglietto aereo perché sono in quarantena o vivono all’interno di zone rosse hanno diritto al rimborso «fino a quando durerà la situazione di emergenza».
 
Secondo l’Enac per ottenere il risarcimento è necessario presentare una richiesta alla compagnia aerea indicando l’ordinanza o il provvedimento con il quale è stata disposta dal presidente della Regione o dal prefetto la restrizione. Se il vettore rifiuta il rimborso i passeggeri possono ricorre a vie legali.

Cosa fare se la compagnia aerea non risponde?
Nonostante le indicazioni fornite dal decreto, spesso si presentano difficoltà a mettersi in contatto con la compagnia aerea per richiedere il rimborso o per ricevere informazioni riguardo il cambio dei biglietti acquistati e annullati in seguito all’emergenza sanitaria o non utilizzabili a causa delle restrizioni negli spostamenti imposti dal decreto “Cura Italia”. Nella maggior parte dei casi si tratta di un disguido dovuto al periodo di sovraccarico di richieste che interessa anche il servizio clienti delle compagnie aeree.
Che fare allora? Bisogna avere pazienza, considerando anche che i termini per i rimborsi scadono a maggio (salvo ulteriori proroghe). In questi casi è consigliabile inviare una Pec alla compagnia aerea: così sarà possibile dimostrare di aver inoltrato la richiesta nei termini indicati dal decreto, cioè entro 30 giorni dalla fine del divieto imposto.

Chi ha diritto ai rimborsi
Il decreto 9/2020 prevede rimborsi per i viaggi in aereo, bus, traghetto o treno acquistati da:
- persone residenti o domiciliate in Italia;
- persone che hanno prenotato soggiorni o viaggi per turismo;
- persone che hanno programmato la partecipazione a concorsi pubblici, manifestazioni o eventi pubblici e privati, anche culturali, ludici, sportivi e religiosi sul territorio nazionale annullati a causa dell’emergenza sanitaria;
- persone che hanno acquistato un biglietto con destinazioni estere dove sia stato impedito o vietato lo sbarco, l’approdo o l’arrivo in seguito alla situazione emergenziale Covid-19.
 
Situazione in evoluzione
Per arginare l’allarme Coronavirus, il Governo è intervenuto a più riprese sul tema dei rimborsi per i viaggi annullati in seguito all’emergenza sanitaria.
Le disposizioni introdotte dal decreto “Cura Italia” riguardano la possibilità di richiedere il rimborso anche dei biglietti acquistati per spettacoli, concerti, eventi culturali o sportivi e degli alberghi prenotati senza un pacchetto turistico.
Per venire incontro alle esigenze dei viaggiatori.


Come fare richiesta di rimborso

Spettacoli, eventi e prenotazioni
In molti hanno già acquistato biglietti a teatri e partite o pagano abbonamenti a palestre o mezzi. Hanno diritto ad essere rimborsati se decidono di non partire?

1. Teatri, concerti, musei ed eventi sportivi: ho diritto al rimborso del biglietto?
Il secondo decreto Covid-19 aveva previsto inizialmente il rimborso per i viaggi in aereo, bus, traghetto o treno acquistati dalle persone che hanno programmato la partecipazione a concorsi pubblici, manifestazioni o eventi pubblici e privati, anche culturali, ludici, sportivi e religiosi annullati.
Con l’ultimo decreto “Cura Italia” si chiarisce che anche i titoli di ingresso di spettacoli, musei e altri eventi culturali devono essere rimborsati. Chi ha acquistato un biglietto può richiedere il rimborso al venditore, allegando il titolo d’acquisto.
Entro 30 giorni il venditore deve emettere un voucher di pari importo che può essere utilizzato dall’acquirente entro un anno dall’emissione.

2. Prenotazioni di hotel su Booking o Airbnb?
Il decreto “Cura Italia” ha esteso la “rimborsabilità” non solo ai trasporti ma anche ai soggiorni, quindi hotel e altre strutture ricettive, prenotati al di fuori di un pacchetto turistico. Le opzioni di voucher o rimborso si applicano quindi anche a tutte le altre prenotazioni.

Soggiorni prenotati sulla piattaforma Airbnb
1. Per ospiti che hanno effettuato prenotazioni in Italia
Se si viaggia verso o all’interno dell’Italia, si può chiedere cancellazione e rimborso integrale per le prenotazioni effettuate
2. Per le prenotazioni con ospiti che viaggiano dall’Italia verso altre destinazioni
Si può chiedere cancellazione e rimborso integrale per tutte le prenotazioni effettuate: vale sia per gli ospiti provenienti dall’Italia con destinazioni al di fuori dell’Italia sia per gli host al di fuori dell’Italia che hanno ricevuto prenotazioni da parte di ospiti provenienti dall’Italia.

Cosa posso fare se ho acquistato un pacchetto turistico?
Le persone possono anche esercitare il diritto di recesso dai contratti di acquisto di un pacchetto turistico nel caso in cui si sarebbe dovuto fruire del soggiorno nei periodi di quarantena, permanenza domiciliare o ricovero o nel periodo di durata dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.
In caso di recesso, il tour operator può offrire al viaggiatore un pacchetto sostitutivo equivalente o superiore o, in alternativa, procedere al rimborso entro 14 giorni di quanto pagato, anche sotto forma di voucher annuale di pari importo.

Come posso avere il rimborso della gita scolastica annullata?
Per le famiglie che hanno già pagato per il viaggio d’istruzione del proprio figlio è previsto il rimborso integrale delle somme pagate oppure l’emissione di un voucher di pari importo da utilizzare entro un anno dall’emissione.

Insieme per far ripartire il Paese
Il Governo non ha previsto un rimborso per tutte le circostanze, perché le condizioni di vendita di alcuni servizi non menzionano questa ipotesi. Perciò questa possibilità è lasciata all’iniziativa delle singole imprese che decidono o meno di venire incontro al consumatore (molte si stanno muovendo in questo senso).

Va detto che in questo momento l’emergenza Coronavirus si sta riflettendo sull’intero sistema economico e sulle aziende stesse; per esempio, si inizia a mettere in conto che il Pil possa non avere una crescita nell’anno o che cresca molto poco, ipotesi che avrebbe serie ripercussioni sul bilancio dello Stato italiano e sul debito pubblico.
Questo perché, secondo i dati Istat, le Regioni maggiormente colpite dall’emergenza sanitaria (Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna) producono il 40% del Pil italiano.
Ma in questo scenario serve una spinta per ridare fiducia ai consumatori e far ripartire l’economia

Riguardo l'autore

Alessandra Cinquetti

Titolo: Coordinatore di Redazione di Ratio Famiglia
Contatto: alessandra.cinquetti@gruppocastelli.com