Si dice Erasmus e si traduce Europa. Ma anche esperienza, opportunità, formazione, dunque futuro. Gli studenti e le loro famiglie conoscono bene questa parola che in più di trent'anni ha coinvolto milioni di giovani (e dunque anche quelli italiani) in progetti che hanno consentito scambi e favorito esperienze
all'estero, con un accrescimento importante del bagaglio culturale e formativo. Di sicuro una delle cose buone (e funzionanti) ereditate dal vecchio millennio, e che da qualche anno ha avuto una svolta notevole: è arrivato infatti Erasmus Plus.
Un “plus-valore”
In sostanza la novità del programma approntato e finanziato dall’Unione Europea, valido fino al 2020, riguarda l’aver riunito sotto un’unica sigla – appunto Erasmus Plus – tutti i progetti legati alla formazione/scambio degli studenti (ma sono coinvolti anche i docenti e formatori).
Dunque un valore aggiunto che sicuramente saprà incrementare i suoi effetti positivi.
I progetti ovviamente, oltre a studio e formazione, comprendono anche lo sport e altri aspetti che possano determinare il futuro degli universitari europei.

Non solo studio
Alla base del programma di finanziamenti resta la possibilità di seguire lezioni in una università straniera e sostenere esami: questa è in sostanza la scintilla che ha portato alla fine degli anni ottanta, alla nascita di Erasmus. Che poi è cresciuto e si è sviluppato arrivando a coinvolgere altre figure professionali della scuola e a toccare diversi aspetti della vita dello studente, come lo sport e la cultura ma anche il volontariato.
I finanziamenti a disposizione riguardano sia lo studio che la formazione attraverso corsi, stage e tirocini nelle imprese, ma anche l’opportunità di fare ricerca, col vantaggio che il lavoro svolto oltre confine viene riconosciuto dalla propria università di appartenenza.

Tante le novità
Intanto c’è da dire che fra le novità principali di Erasmus Plus 2014-2020 è la maggiore dotazione di fondi specialmente per coloro che hanno condizioni reddituali basse. Oltre a tutti gli Stati membri dell’Unione Europea, da qualche tempo fanno parte del programma altre nazioni quali Islanda, Turchia, Liechtenstein, Norvegia e l’Ex Repubblica di Macedonia; l’allargamento ha inoltre compreso alcuni Paesi fuori dall’Europa.
Nonostante la Brexit, resta nel programma anche il Regno Unito, almeno fino al 2020. Solitamente le mobilità possono arrivare a 12 mesi massimo per ciclo di studi, addirittura a 24 per lauree a “ciclo unico” come Medicina. La dotazione mensile della borsa di studio viene erogata a seconda del Paese di destinazione.
I Paesi sono suddivisi in fasce a seconda del costo della vita, alto (fra questi, ad esempio, c’è l’Italia), medio (es., la Germania), e basso (Ungheria e Romania).

Domande e info
Presso gli sportelli della propria Università è possibile ricevere tutte le delucidazioni necessarie per intraprendere un percorso Erasmus. Fondamentale la documentazione completa da predisporre, e occhio soprattutto alle scadenze e alle disponibilità del Paese dove s’intende effettuare l’esperienza. Non da meno, redigere un piano di studi che comprende anche l’intervento della scuola di appartenenza e quella di destinazione. Siti Internet di studenti e forum, inoltre, offrono consigli utili e pratici sui preparativi all’Erasmus ma anche ad esperienza avvenuta.

Riguardo l'autore

Simone Manera

Titolo: Giornalista professionista