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Lavoro e attività fisica

Un matrimonio che s’ha da fare

Negli ultimi cinquant'anni l'innovazione tecnologica e i progressivi cambiamenti socioculturali hanno reso il lavoro fisicamente meno pesante, ma più sedentario e ripetitivo. 
Il lavoro nobilita l'uomo e anche la sua salute. Si, perché sul posto di lavoro è possibile guadagnare salute, favorendo il movimento e l'adozione di comportamenti sani. Le iniziative dovrebbero essere rivolte alla ricerca del benessere e di uno stile di vita attivo.


I posti di lavoro diventano uno dei luoghi chiave su cui fare leva. La sedentarietà non è solo mancanza di una adeguata attività fisica, ma un autonomo fattore di rischio per se stessi, e va giustamente combattuta.

La situazione attuale
In Italia il 30% degli adulti tra 18 e 69 anni svolge, nella vita quotidiana, meno attività fisica di quanto è raccomandato e può essere definito sedentario. In particolare, il rischio di sedentarietà aumenta con il progredire dell’età, ed è maggiore tra le persone con basso livello d’istruzione e difficoltà economiche. La situazione è migliore nelle regioni del Nord Italia, ma peggiora nelle regioni meridionali.
Come in altri Paesi Europei, l’attività motoria della popolazione in Italia è diminuita di pari passo con i grandi cambiamenti del lavoro e dell’organizzazione delle città. Da una parte lo sviluppo dell’automazione, anche nel lavoro domestico, e il deprezzamento sociale del lavoro manuale, dall’altra la dominanza del trasporto motorizzato e la riduzione di spazi e sicurezza per pedoni e ciclisti. Assieme a questi fattori, si sono sempre più ristretti gli spazi per il gioco libero dei bambini e per i giochi e gli sport spontanei e di squadra; queste attività hanno ora luoghi deputati la cui accessibilità è limitata ed ha un costo, non solo monetario. Inoltre, giocano un ruolo importante il valore socialmente assegnato alle attività motorie ed altri fattori come i modelli genitoriali e il peso attribuito all’attività motoria nel curriculum scolastico. Questi ostacoli rendono difficili i comportamenti motori attivi.
Per l’Unione Europea l’1,4% degli anni di vita persi è imputabile all’inattività fisica che, spesso, è associata a sovrappeso e obesità e può predisporre a malattie croniche altamente invalidanti. In Italia il 42% della popolazione con più di 3 anni di età non svolge alcun tipo di attività fisica nel tempo libero e non pratica nessuno sport.

Le cause
L’attitudine alla scarsa attività fisica può avere cause diverse, tra queste: aumento del lavoro sedentario, diminuzione delle attività domestiche, carenza di spazi, aumento dell’utilizzo dell’automobile, scarso tempo libero. Secondo l’OMS tra i 18 e i 65 anni sarebbe opportuno che le persone compissero almeno 150 minuti a settimana di attività aerobica moderata, con il rafforzamento muscolare che dovrebbe essere curato almeno 2 volte a settimana.
 
Sport e movimento quindi, oltre ad avere i risaputissimi benefici salutari, hanno anche effetti positivi sull’umore, quindi sulle prestazioni psico-fisiche. 
Una regolare attività fisica può migliorare il rendimento lavorativo e contribuire a diminuire le malattie e gli infortuni sul lavoro.

Il luogo di lavoro
La promozione della salute nei luoghi di lavoro ha lo scopo di favorire la salute e il benessere dei lavoratori tramite il miglioramento dell’organizzazione e dell’ambiente, programmi aziendali mirati, l’offerta di scelte sane e l’incoraggiamento allo sviluppo delle capacità personali. 
Le azioni di promozione della salute nei luoghi di lavoro possono contribuire a far diminuire l’assenteismo e a migliorare la produttività e l’immagine dell’azienda. 
In questo senso i datori di lavoro, responsabili delle risorse umane, dirigenti, medici competenti, RLS e i lavoratori stessi, potrebbero proporre e sostenere politiche aziendali che incoraggino i lavoratori a incrementare la loro attività fisica. 

Ecco alcuni consigli per i datori di lavoro e per i lavoratori.

consigli per i datori di lavoro e lavoratori

Aspetti positivi
Un programma aziendale che incoraggi i lavoratori ad essere fisicamente attivi dovrebbe prevedere politiche flessibili per sollecitare i lavoratori a svolgere il maggior esercizio fisico possibile. 
Si potrebbero anche creare gruppi di cammino, mettere a disposizione dei dipendenti servizi di ristorazione e mensa basati su un’alimentazione sana, liberare gli ambienti di lavoro da alcol e fumo, camminare per andare alle riunioni, fissare e monitorare obiettivi aziendali da raggiungere in termini di distanze da percorrere a piedi o in bici, cercare insomma di far entrare realmente l’attività fisica nella vita lavorativa quotidiana.
 
Se si pratica sport si avrà successo anche sul lavoro. Lo sport rende più produttivi a livello professionale e permette di ottenere migliori risultati. Lo sport consiste nel delegare al corpo alcune delle virtù più forti dell’anima: l’energia, l’audacia e la pazienza, la resistenza, la capacità di sopportazione, la fiducia in se stessi, la sicurezza e la chiarezza d’obiettivi. Tutti valori che si possono tramutare in aspetti positivi e favorevoli per il funzionamento stesso della vita aziendale.

In conclusione, allenarsi regolarmente è un input fondamentale sia per noi stessi sia per ciò che ci circonda. Nel caso non si riesca sempre a svolgere attività sportiva, bisogna ricordarsi di muoversi il più possibile, perché fare qualche cosa è sempre meglio che non fare nulla! 
 

Riguardo l'autore

Stefano Bonandi

Stefano Bonandi

Area: Salute e benessere