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Piante in camera da letto: è davvero pericoloso?

Uno dei falsi miti più celebri nel mondo del verde vuole che tenere piante in camera da letto possa rivelarsi pericoloso per la nostra salute. È davvero così?
L'origine di questo mito si deve al fatto che le piante non sono unicamente produttrici di ossigeno ma lo consumano anche, durante un processo speculare alla fotosintesi che si chiama respirazione cellulare.


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Con la fotosintesi le piante utilizzano acqua e anidride carbonica per sintetizzare una molecola di zucchero, servendosi dell’energia solare per alimentare questo processo.
L’ossigeno è il prodotto di scarto di questa reazione.
Arriva però il momento di utilizzare l’energia accumulata dentro le riserve di zucchero ed ecco che, esattamente come facciamo noi animali, queste “batterie zuccherine” vengono bruciate per liberare energia.
La reazione di respirazione consuma ossigeno presente nell’aria ed espelle anidride carbonica e acqua.
 
Altra credenza errata è che la fotosintesi avvenga di giorno e la respirazione di notte; è vera solo la prima affermazione (la fotosintesi ha per forza bisogno della luce per avvenire) mentre la respirazione è continua, tanto durante il giorno che durante la notte.

Il fatto che le piante producano ossigeno con la fotosintesi per poi rimangiarselo con la respirazione potrebbe mettere in dubbio la fede che riponiamo nelle piante in quanto “produttrici di ossigeno”. In realtà solo una quota limitata degli zuccheri prodotti viene respirato dalla pianta per alimentare i propri processi interni e di conseguenza l’ossigeno prodotto con la fotosintesi è circa 10 volte quello consumato per respirare.

Dove finisce tutto lo zucchero che le piante non respirano?
La maggior parte degli zuccheri prodotti dalle piante non ha un fine ‘energetico’ ma ‘costruttivo’. I tessuti vegetali sono costituiti da cellulosa, una lunga molecola composta da infiniti mattoncini di zucchero: ecco che buona parte del glucosio prodotto dalla pianta entra quindi a far parte delle sue foglie, dei tronchi, delle radici.

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Abbiamo dimostrato fin qui che le piante portano sempre un contributo positivo di ossigeno con la loro attività e che per ogni molecola di ossigeno che “rubano” all’atmosfera ne immettono 10 con la fotosintesi. Già questo dovrebbe bastarci per capire che una pianta in camera da letto può solo incrementare la quantità di ossigeno nell’aria che respiriamo.

Il respiro di una pianta
Vorrei però concludere con un passo ulteriore e stabilire le quantità in gioco quando paragoniamo il nostro respiro con quello di una pianta. Una pianta da appartamento consuma circa 1,5 grammi di ossigeno in una notte (e ne produce 15 grammi durante il giorno). Durante le stesse ore notturne, pur considerando un respiro molto rallentato, una persona consuma 600 grammi di ossigeno.
 
In una notte consumiamo 4.500 volte ossigeno in più rispetto ad una pianta da appartamento. Ciò significa che ponendo 4.500 piante in camera da letto avremmo il consumo di ossigeno pari a quello di un ospite che si ferma a dormire da noi.

Quanti alberi servono per farci respirare?
Un umano adulto consuma con il proprio respiro circa 750 Kg di ossigeno all’anno.
Un grande albero di 12 metri, diciamo un bell’esemplare di Sicomoro, potrebbe arrivare a produrne circa 100 Kg nello stesso periodo. Occorrono quindi 7-8 grandi alberi solo per compensare il respiro di ognuno di noi.
  • Le piante durante i loro processi metabolici consumano ossigeno ed emettono CO2 ma in quantità 10 volte inferiori rispetto al contributo positivo in termini di ossigeno prodotto e CO2 sequestrata con la fotosintesi.
  • Le quantità in gioco, quando si parla di piante, sono trascurabili se paragonate a quelle tipiche del respiro umano e animale.
  • Tenere piante in camera da letto non ha alcun impatto negativo sulla qualità dell’aria che respiriamo e, anzi, potranno solo contribuire positivamente ad essa.
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Riguardo l'autore

Sebastiano Guarisco

Sebastiano Guarisco

Area: Orto e Giardino