Ratio Famiglia buoni consigli per l’economia quotidiana.


LEGGI

Progetti per il cambiamento climatico

Si è recentemente conclusa l'ultima conferenza sul clima organizzata dalle Nazioni Unite a Glasgow (COP26) e il dibattito sui cambiamenti climatici e le soluzioni per mitigarli si sono fatti più forti. Ma quali sono le conseguenze dell'aumento della temperatura media globale? Quali possono essere le soluzioni per la sua mitigazione?


Il cambiamento del clima è stato confermato ulteriormente anche dall’ultimo rapporto dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) che sottolinea l’aumento delle emissioni antropiche, principali responsabili del continuo aumento della temperatura media globale.
 
Negli ultimi 50 anni la temperatura della Terra è infatti aumentata a una velocità davvero rilevante. Neppure la diminuzione del 7% delle emissioni di CO2 durante il periodo della pandemia da Covid-19 ha prodotto effetti significativi sulla temperatura media del pianeta.

Una mitigazione al continuo aumento delle temperature è necessaria per evitare le potenziali conseguenze, quali lo scioglimento dei ghiacci con ripercussioni drammatiche per numerose specie animali, l’aumento di eventi meteorici ad alta intensità (il 2017 è stato battezzato come l’anno degli uragani), la desertificazione, il calo della risorsa acqua dolce, le migrazioni di massa - che non interesserà solo l’uomo ma anche vegetali e piante alla ricerca di climi più adeguati - la diffusione di nuove malattie e, infine, le conseguenti difficoltà socio-economiche. A fronte di questo scenario, a partire anche dalle conferenze annuali sul clima, sono iniziati a nascere alcuni accordi stipulati dai Paesi al fine di ridurre le emissioni di gas serra e quindi rallentare l’aumento della temperatura media a livello globale.
Tra le soluzioni per far fronte alla diminuzione delle emissioni serra, rivestono un ruolo fondamentale le specie vegetali, in particolare di alberi, e la loro corretta messa dimora.

Piante al servizio del benessere
Le piante sono fornitrici di notevoli e rilevanti benefici per l’uomo, chiamati servizi ecosistemici, alcuni dei quali sono una risorsa fondamentale all’interno di scenari come quello mostrato nel paragrafo precedente.
In primo luogo, le piante, quali organismi autotrofi, sono in grado di sequestrare l’anidride carbonica presente in atmosfera e di produrre in cambio ossigeno per il pianeta. Il sequestro di anidride carbonica da parte delle piante è forse l’unico modo che finora può permettere di compensare le emissioni di CO2 a opera dell’uomo.
Gli organismi vegetali, in particolare gli alberi, sono inoltre in grado di eliminare ulteriori inquinanti presenti in atmosfera e responsabili del riscaldamento globale, tra questi l’ozono troposferico (O3), il biossido di azoto (NO2), l’anidride solforosa (SO2) e il particolato (PM10).
Le piante sono poi in grado di abbassare le temperature anche in maniera diretta tramite ombreggiamento ed evapotraspirazione, in particolar modo riducendo le isole di calore all’interno delle città.
Le piante possono infine essere la soluzione alla mitigazione degli eventi meteorici violenti e sempre più diffusi. Grazie alla superficie fogliare, infatti, alberi e arbusti riescono a rallentare la caduta della pioggia e a ridurre quindi il ruscellamento e i conseguenti fenomeni di piena.
Tuttavia, va precisato che la fornitura dei servizi ecosistemici richiesti dipende in primo luogo dalle condizioni fisiologiche della pianta oltre che dal suo stadio evolutivo. Piante sane e adulte sono in grado di fornire maggiori servizi ecosistemici. È pertanto fondamentale associare alle più opportune cure colturali una buona progettazione che permetta di ottenere al meglio il servizio più richiesto per la specifica situazione. 

Spunti botanici
Al fine di poter ottenere i benefici sperati, specialmente nell’ottica dei cambiamenti climatici, è bene far scelte di progettazione consapevoli e mirate.
Se ci si ponesse tra i primi obiettivi il sequestro di CO2 e l’eliminazione degli inquinanti, c’è infatti da prendere in considerazione le specie che a maturità siano in grado di stoccare, sequestrare ed eliminare i maggiori quantitativi di CO2 e di inquinanti presenti in atmosfera. Tra queste specie, ad esempio, risaltano le querce - quali la farnia (Quercus robur) - ma anche il bagolaro (Celtis australis) e il tiglio (Tilia sp.).
Per quanto riguarda invece la mitigazione degli eventi meteorici è consigliabile scegliere specie sempreverdi, così che sia possibile l’intercettazione fogliare durante tutto l’anno. Le specie sempreverdi sono inoltre in grado di garantire maggiore intercettazione degli inquinanti atmosferici, tra cui il particolato, altamente dannoso per le vie respiratorie.
Specie che ben si prestano a questo fine sono le conifere, quali le specie appartenenti al genere Pinus, tra cui il pino domestico (Pinus pinea) e il pino nero (Pinus nigra), nonché il genere Cedrus, come il cedro dell’Atlante (Cedrus atlantica) e il cedro dell’Himalaya (Cedrus deodara).
Infine, per una progettazione consapevole dei cambiamenti climatici in atto è opportuno scegliere specie che possano resistere anche a temperature crescenti. A titolo esemplificativo, se si volessero porre a dimora aceri sarebbe bene orientarsi sull’acero campestre (Acer campestre) e l’acero rosso (Acer rubrum) che sembrano essere più adatte a climi più caldi. La scelta degli aceri può essere indicata sia per aree verdi inerbite, dove le piante hanno la possibilità di creare la loro caratteristica chioma espansa sia all’interno di filari cittadini, creando piacevoli viste grazie alle particolari colorazioni del fogliame, variabili in base alle specie.
Tra le querce, invece, il leccio (Quercus ilex) è la specie che meglio si adatta a possibili scenari più aridi. Oltre che essere una specie che ben si presta per essere posta a dimora come pianta singola, viste le dimensioni in grado di raggiungere a maturità, può inoltre anche essere utilizzata per creare delle siepi formali e sempreverdi.
Si possono inoltre tenere in considerazione specie che trovano il loro optimum in climi più caldi, sebbene siano già in grado di svilupparsi correttamente anche con il clima attuale. Tra queste, ad esempio, si può citare la catalpa (Catalpa bignonioides), lo storace americano (Liquidambar styraciflua), la parrozia (Parrotia persica) e l’acacia di Costantinopoli (Albizia julibrissin). Le prime due specie ben si possono adattare all’interno dei viali alberati, mentre l’albizia e la parrozia sono più indicate per essere messe a dimora in aree verdi più ampie sia per poter fornire un effetto paesaggistico più gradito che per potersi sviluppare al meglio.
Da questa rapida carrellata è comprensibile come, date le numerose variabili da tenere in considerazione per ottenere risultati significativi soprattutto nel lungo periodo, sia bene affidarsi alle figure professionali sempre più specializzate in questo ambito così da poter trovare il giusto compromesso tra i benefici richiesti e le condizioni ottimali per la specie da mettere a dimora.

Scelte virtuose
Sono in aumento le Amministrazioni comunali che richiedono a figure specializzate, quali i dottori agronomi, di verificare quanto il proprio Comune sia “green”. In seguito al censimento arboreo delle piante del Comune, tramite appositi software e specifiche competenze, è infatti possibile eseguire una stima dei principali benefici offerti dal verde di una città, di un parco o di un quartiere. Questo permette alle Amministrazioni di valutare quali siano gli alberi che forniscono maggiori servizi ecosistemici e, di conseguenza, pianificare una progettazione e una gestione più mirata alla salute dei cittadini e del pianeta.
Anche in ambito privato è in espansione la cultura del verde. In particolare, è interesse di alcuni imprenditori la progettazione di aree verdi nei pressi delle proprie aree aziendali al fine di compensare, almeno parzialmente, le emissioni prodotte dalla propria attività. Richiesta che ben si coniuga, peraltro, con la realizzazione di un parco o giardino aziendale a disposizione dei lavoratori.
Affinché si possano ottenere i risultati desiderati, a una buona progettazione deve seguire una corretta gestione del patrimonio verde, così che possa sempre fornire i benefici attesi. A questo fine è necessario valutare le piante periodicamente in modo da verificare se siano sulla buona strada per fornire i servizi ecosistemici auspicati e, in caso di difficoltà, intervenire per tempo con opportune cure colturali o aggiustamenti di progetto.
 

Riguardo l'autore

Luca Masotto

Luca Masotto

Area: Orto e giardino