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I diritti fondamentali dei consumatori



I diritti dei consumatori, definiti come “fondamentali” sono elencati all’articolo 2 del Codice del consumo e sono i diritti a:
  • tutela della salute;
  • sicurezza e qualità dei prodotti e dei servizi;
  • adeguata informazione e ad una corretta pubblicità;
  • esercizio delle pratiche commerciali secondo i principi di buona fede e di correttezza e di lealtà;
  • erogazione di servizi pubblici secondo standard di qualità ed efficienza.
Sul sito del MISE è spiegato esaustivamente cosa si intenda per ognuno di questi principi di carattere generale.

Tutela alla salute
In particolare, il diritto alla salute differisce dal concetto stabilito dall’art. 32 Cost. che si sostanzia nel diritto a non subire una lesione dell’integrità psico-fisica (la salute); di contro, quello previsto dall’art. 2 del Codice del consumo consiste nel diritto alla tutela della salute, cioè alla “protezione” della stessa, ovvero, detto ancora in altri termini, a che la salute non sia messa in pericolo.
In tal senso il diritto alla tutela della salute si collega direttamente al diritto alla sicurezza come specificato anche a livello comunitario. Quindi la salute gode nel nostro ordinamento nazionale di una tutela non solo diretta, cioè tesa a favorire il ripristino delle condizioni di integrità fisiche e mentali venute a mancare per qualsivoglia ragione (disciplinato sia dall’art. 32 della Costituzione e soprattutto dalla normativa ordinaria, quale ad es. quella istitutiva del servizio sanitario nazionale), ma anche indiretta, cioè tesa a prevenire che si creino situazioni, più propriamente definite pericolose, che minaccino in qualche modo, o abbiano elevata probabilità di nuocere, la salute degli individui, intesi anche sotto il nome di consumatori. La norma pone un principio generale (che prescinde dall’esistenza di una normativa settoriale) che ha come unico limite quello derivante dall’evoluzione delle conoscenze tecniche e scientifiche. Ad esempio rientrano in quest’ ambito:
  • un’adeguata educazione sanitaria;
  • l’igiene degli alimenti, delle bevande, dei prodotti e avanzi di origine animale, la prevenzione e la difesa sanitaria degli allevamenti ed il controllo della loro alimentazione; la sperimentazione, produzione, immissione in commercio e distribuzione dei farmaci e dell’informazione scientifica sugli stessi diretta ad assicurare l’efficacia terapeutica, la non nocività e la economicità del prodotto;
  • poter vivere in un ambiente sano;
  • l’utilizzo di strutture sanitarie secondo standard di efficienza ed efficacia.

Diritto alla sicurezza
Sotto altro profilo, il diritto alla sicurezza e alla qualità dei prodotti e dei servizi significa che ogni prodotto commercializzato deve essere sicuro, ovvero che in condizioni di uso normali o ragionevolmente prevedibili, non presenta nessun rischio o soltanto rischi ridotti, compatibili con il suo utilizzo e considerati accettabili secondo un elevato livello di tutela della salute e della sicurezza dei consumatori.
 
Un prodotto è considerato sicuro se è conforme alle disposizioni specifiche relative alla sicurezza.

Esistono, infatti, tutta una serie di norme che riguardano alcune categorie di prodotti specifici (come i giocattoli, gli ascensori, gli esplosivi per uso civile, i dispositivi medici ecc). In mancanza di tali regolamentazioni, un prodotto è sicuro quando risponde ad una legittima attesa di sicurezza del consumatore, che utilizza il prodotto in condizioni normali o ragionevolmente prevedibili, in particolare in occasione dell’utilizzo, dell’impianto, della messa in servizio o della manutenzione del prodotto.

Diritto a una adeguata informazione
Il diritto a una adeguata informazione e a una corretta pubblicità si risolve in tutta una serie di obblighi e limitazioni, indirizzati ai produttori, in quanto i consumatori non dispongono sempre degli strumenti adeguati per poter capire eventuali esagerazioni o inganni, e possono essere portati, quindi, a farsi idee sbagliate rispetto a prodotti o servizi, o, peggio, possono essere indotti al sovraconsumo ed al sovraindebitamento.
Il diritto all’educazione al consumo, come diritto fondamentale del consumatore, viene declinato all’art. 4 del Codice del consumo e si sostanzia nella predisposizione di attività rivolte ai consumatori, svolte da soggetti pubblici o privati e dirette a rendere evidenti le caratteristiche di beni e servizi, ovvero rendere chiaramente percepibili i costi ed i benefici, i vantaggi e gli svantaggi conseguenti ad una scelta di consumo.

Trasparenza
Inoltre, per diritto alla correttezza, alla trasparenza e all’equità nei rapporti contrattuali s’intende la predisposizione e formulazione del regolamento contrattuale in modo chiaro e comprensibile, cioè in modo completo e leggibile, nel rispetto della clausola di buona fede e impostando i contenuti in modo tale che siano considerati “giusti” da entrambe le parti. Il diritto all’erogazione di servizi pubblici secondo standard di qualità e di efficienza trova la sua specificazione nella norma di rinvio prevista dall’art. 101 del Codice del consumo, la quale, con riferimento all’erogazione di servizi pubblici, stabilisce, in via programmatica che: “1. Lo Stato e le Regioni, nell’ambito delle rispettive competenze, garantiscono i diritti degli utenti dei servizi pubblici attraverso la concreta e corretta attuazione dei principi e dei criteri previsti della normativa vigente in materia. 2. Il rapporto di utenza deve svolgersi nel rispetto di standard di qualità predeterminati e adeguatamente resi pubblici. 3. Agli utenti è garantita, attraverso forme rappresentative, la partecipazione alle procedure di definizione e di valutazione degli standard di qualità previsti dalle leggi. 4. La legge stabilisce per determinati enti erogatori di servizi pubblici l’obbligo di adottare, attraverso specifici meccanismi di attuazione diversificati in relazione ai settori, apposite carte dei servizi”.

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Riguardo l'autore

Gianluigi Fino

Gianluigi Fino

Area: Diritto fallimentare e procedure concorsuali - Diritto bancario - Diritto societario e commerciale