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Diamo un valore alla natura

I servizi ecosistemici

Davanti a una vallata alpina, all'azzurro sterminato del mare o ai profumi di un prato fiorito, il primo pensiero che si forma nella mente è: “Che meraviglia!”. Ovviamente questi ambienti sono, semplicemente, “belli” e persino nei criteri stilati dall'Unesco per stabilire se un sito sia degno o meno di diventare Patrimonio dell'Umanità si fa riferimento all'“eccezionale bellezza” delle aree naturalistiche. L'innegabile valore estetico può, però, far dimenticare che un ambiente è soprattutto fondamentale per la vita, compresa quella umana. Costantemente gli ecosistemi forniscono benefici all'uomo di cui non si ha completa percezione e, di conseguenza, si commette l'errore di credere che l'eliminazione di un bosco, di una spiaggia o di una specie chiave sia una perdita solo sul piano culturale ed estetico mentre rappresenta un grave danno per tutte le specie vegetali e animali. Tutelare la biodiversità e il funzionamento delle reti trofiche significa garantire anche la sopravvivenza dell'uomo e quindi dovrebbe rappresentare l'interesse di tutti.


I servizi ecosistemici
Proprio per porre l’accento sui servizi che la natura gratuitamente fornisce all’uomo e per cercare di quantificarne in modo più possibile oggettivo il valore, anche a livello economico, nasce la definizione di servizi ecosistemici. Intrinsecamente connessi all’esistenza degli ecosistemi sono ad esempio i servizi di supporto come la formazione del suolo, la produzione primaria (la trasformazione dell’energia solare in materia organica), i cicli degli elementi e dell’acqua. 
 
Se ci si chiedesse come si ottiene terreno fertile e coltivabile a partire da sedimenti rocciosi si scoprirebbe che esiste un complicato processo genetico denominato pedogenesi: la graduale degradazione del substrato avviene ad opera dell’alterazione chimica e fisica esercitata dagli agenti atmosferici ma anche dagli organismi viventi come batteri, funghi, muschi e licheni seguiti da piante sempre più complesse (che con le loro radici frammentano il suolo ancora immaturo) e dai detritivori come i lombrichi.

Il lavoro di questi animali, definiti da Darwin i più importanti della Terra, consiste nell’ingerire scarti organici trasformandoli in humus, un concime più efficace di qualsiasi prodotto antropico. 
Oltre a questi servizi di base gli ecosistemi offrono quelli di approvvigionamento o fornitura, cioè danno risorse primarie direttamente sfruttabili come acqua, legname, cibo, carburanti, fibre tessili, piante ornamentali e variabilità genetica. Per avere una stima quantitativa del valore di una risorsa idrica si può considerare il caso delle Catskill Mountains, catena montuosa ricca di risorgive e bacini. Semplicemente tutelando tali bacini è possibile avere a disposizione acqua di elevata qualità che, senza in pratica attuare trattamenti, può essere data direttamente ai cittadini di New York soddisfacendo le esigenze del 40% della popolazione. Poiché non è stato necessario installare impianti di depurazione, New York ha risparmiato in 10 anni ben 6-8 miliardi di dollari. È evidente che, al contrario, un sovrasfruttamento oppure una mancata tutela delle risorse avrebbe portato ad una serie di danni a cascata. È ciò che si è verificato con il Lago d’Aral che, dall’essere uno dei quattro laghi più grandi al mondo, è stato praticamente prosciugato in 50 anni a causa della deviazione delle acque degli immissari utilizzate nelle piantagioni di cotone. La perdita di questo elemento ha causato il crollo delle economie locali basate sulla pesca e un’emergenza sanitaria considerando che i diserbanti impiegati nelle piantagioni, che si erano accumulati sul fondo del lago, sono ora in superficie e vengono trascinati lontano dal vento, misti alla sabbia. I costi per tentare un ripristino di ciò che la natura gratuitamente offriva sono inaffrontabili. 

Le funzionalità degli ecosistemi
Di grande importanza è pure la variabilità genetica: quanto più essa è ampia tanto è probabile che sia presente qualche gene che potrebbe rivelarsi in futuro utile in ambito agricolo (per resistere ad esempio alla crescente siccità o ai patogeni). 
 
Ci sono poi i servizi di regolazione, processi che forniscono benefici meno immediati ma altrettanto importanti come il mantenimento della qualità dell’aria e dell’acqua, la mitigazione del riscaldamento climatico, la regolazione delle acque, la protezione dall’erosione e l’impollinazione.

Le aree umide interne sono ambienti di grande rilievo poiché in grado di ospitare una ricca biodiversità e di attuare la fitodepurazione; in sostanza l’acqua di fiumi e laghi deve attraversare canne, carici e altre piante che agiscono da naturale filtro purificando e aumentando la qualità della risorsa idrica. 
I boschi e le foreste sono addirittura multifunzionali: le chiome unite riescono a intercettare la pioggia e a ridurre la quantità d’acqua che arriva al suolo, le radici attuano una fondamentale azione di stabilizzazione del terreno contrastando eventi franosi e valanghe e con l’evapotraspirazione (la somma dell’evaporazione dal suolo e della traspirazione dalle foglie attraverso gli stomi) si disperde parte del calore accumulato nel terreno, mitigando il riscaldamento climatico a livello più o meno locale. 
Proseguendo, la vegetazione riveste un ruolo insostituibile nel bloccare CO2 e immettere ossigeno in atmosfera attraverso la fotosintesi, svolta però non solo dalle foreste ma anche da alghe e cianobatteri presenti negli oceani. Se si parla poi di impollinazione è spontaneo riferirsi alle api domestiche e all’alimento da loro prodotto, il miele. In realtà tra gli impollinatori ci sono anche api che non fanno miele, vespe, bombi, ditteri come mosche e sirfidi e il loro lavoro più importante non è la produzione melaria ma il trasporto di polline. Senza di loro non si formerebbero più semi fertili e quindi in breve non esisterebbe più la frutta, né fresca né secca, l’unica in grado di fornire sostanze necessarie per la sopravvivenza umana come le vitamine. E quanto vale in termini economici il compito ricoperto da questi insetti? è stato stimato, a livello mondiale, circa 153 miliardi di euro l’anno. 

Servizi culturali
C’è un’ultima categoria, quella dei servizi culturali. Non è da trascurare in effetti nemmeno il valore estetico, ora riconsiderato in termini più ampi. Ci sono ambienti naturali a cui è stato assegnato un significato spirituale, altri che rappresentano l’identità di un popolo; tutelare e proteggere un ecosistema attraverso parchi e riserve garantisce un guadagno superiore rispetto a quello derivante dal suo sovrasfruttamento poiché a lungo termine crea possibilità di lavoro per chi si occupa di educazione ambientale ed ecoturismo. Sono ormai dimostrati i concreti benefici a livello psicologico, neurologico, cardiocircolatorio e immunitario ottenuti attraverso la terapia forestale, tanto che a Singapore un ospedale ha incluso zone ricche di piante e di orti sociali, dove i pazienti si prendono cura degli organismi vegetali curando se stessi.
 
Riconoscere i servizi ecosistemici e cercare di monetizzarli è importante per ritagliare uno spazio alla tutela della natura nelle decisioni politiche, gestionali e di destinazione di risorse economiche per lo sviluppo a livello locale o globale; in pratica, se attualmente il valore più riconosciuto è esclusivamente quello economico è necessario evidenziare quanto gli ecosistemi valgano anche da questo punto di vista.

In conclusione, la natura non è solo estetica e nemmeno solo guadagno e va ammirata nelle sue mille sfaccettature, riconoscendole un diritto di esistenza e conservazione che va oltre la sua utilità per la specie umana.

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Valentina Vitali

Valentina Vitali

Area: Ambiente e natura