Etimologia
Il termine resilienza deriva dal verbo latino resalio: indica l’azione di risalire sulla barca dopo essere caduti in acqua. L’etimologia della parola fornisce quindi un’idea già estremamente simbolica del suo significato. Inizialmente veniva utilizzata in ambito ingegneristico. Un materiale si definisce resiliente quando riesce ad assorbire forze dinamiche, come possono essere gli urti, deformandosi. Il legno è un materiale resiliente. L’opposto di resilienza in questo caso è fragilità. I materiali fragili, come ad esempio il vetro, sono quelli che, se colpiti, tendono invece a rompersi.
La parola resilienza da tempo è stata inserita in tanti altri settori, come quello informatico e psicologico.

La resilienza in psicologia
La persona resiliente è quella in grado, di fronte ad una difficoltà, di accettare la sfida e riorganizzare positivamente la propria vita. Ogni crisi rappresenta un bivio con la certezza che non sarà più possibile tornare indietro: l’essere umano dovrà necessariamente decidere quale strada intraprendere. La persona con un alto livello di resilienza riuscirà prima a resistere e poi a progettare e costruire un nuovo stile di vita migliore del precedente. L’individuo vulnerabile, cioè non resiliente, rischierà di intraprendere un percorso che porterà la sua vita ad un livello qualitativamente inferiore. Non a caso, l’ideogramma cinese della parola “crisi” è composto da due segni che indicano pericolo e opportunità. La resilienza consente, quindi, nei momenti più difficili di attingere ad una forza che l’individuo probabilmente non sapeva di avere, trasformando un potenziale pericolo in un’opportunità di crescita.

Come migliorarla
La resilienza può essere vista come un muscolo. Ognuno nasce con una propria resilienza ma vi sono alcuni comportamenti e atteggiamenti che permettono di allenarla.

1. Stima di se stessi
Ogni essere umano, inevitabilmente, nella propria esistenza tende a compiere azioni positive e negative. Valorizzare quelle positive aiuta ad aumentare la stima di se stessi. Questo non vuol dire rimuovere quelle negative ma provare a non soffermarsi solo su quelle. Nel caso in cui dovesse arrivare un momento di difficoltà, la mente sarà più pronta ad affrontarlo in quanto consapevole della sua efficacia e della sua potenza. Aumentare quindi la stima di sé aiuta a migliorare la propria resilienza.

2. Ottimismo
L’indole umana porta spesso ad avere un forte timore di possibili esiti negativi. La famosa paura di fallire. Ecco perché spesso si tende a pensare che l’esito di un evento non sarà quello desiderato. Questo sentire non è una percezione legata ad una reale ed oggettiva valutazione. Rappresenta invece una forma di autodifesa nel caso di possibili future delusioni. Impegnarsi a valutare in modo oggettivo quello che si sta vivendo permette di cogliere l’elemento di bellezza in ogni istante. Nel caso in cui dovesse arrivare un evento traumatico, l’essere umano sarà così capace di trovare un aspetto positivo e sarà per lui più facile riuscire ad avere la forza per reagire.

3. Relazioni sociali
Allenarsi ad intraprendere e trattenere rapporti sociali con altri esseri umani consente di conoscere differenti storie personali. Un’ampia rete sociale permette di avere spunti di riflessione, confronto e sostegno che possono rivelarsi utili per fronteggiare al meglio i momenti di crisi. La resilienza può quindi svilupparsi in qualsiasi momento della vita, incentivata da nuove relazioni che possono fornire punti di vista e credenze sconosciute fino a quel momento.

4. Raggiungere obiettivi
Porsi degli obiettivi tangibili e poi impegnarsi per raggiungerli è un ottimo allenamento. Visualizzare un traguardo e lavorare per raggiungerlo è il miglior mezzo per accrescere la propria volontà. Essa rappresenterà uno degli strumenti più importanti per accrescere la propria resilienza e trovare sempre una soluzione alle difficoltà che l’essere umano dovrà affrontare.

La resilienza familiare
Froma Walsh, docente presso il Dipartimento di Psichiatria dell’Università di Chicago, definisce la resilienza familiare come la capacità di gestire i conflitti e impegnarsi in modi collaborativi nella risoluzione dei problemi.
Ogni nucleo familiare può essere considerato unico ed irripetibile in quanto risultante del contributo di ogni singolo, delle relazioni che ogni componente ha all’interno e all’esterno della famiglia e del contesto culturare e sociale in cui la famiglia è inserita.

caratteristiche delle famiglie resilienti

Riguardo l'autore

Claudio Sbrolla