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Piccoli alberi per grandi terrazzi

Disporre di uno spazio limitato all’aperto non significa rinunciare al piacere di crescere un albero

Se il giardino è piccolo o se si dispone solo di un terrazzo lo spazio è certamente il fattore limitante la progettazione. Spesso ci si scoraggia e ci si limita a inserire piante erbacee e qualche arbusto di medie dimensioni.
Così operando, però, si corre il rischio di appiattire la nostra area verde, di renderla uguale a mille altre, senza evidenti punti di riferimento. In altri termini: una soluzione di ripiego a causa della quale non sentiremo mai “nostri” terrazzo e giardino.


E' così importante inserire l’elemento albero nel giardino?
Più di quanto possa sembrare. Un albero cattura lo sguardo, lo guida, lo distoglie da situazioni che non desideriamo porre in risalto (per esempio, una porta di servizio o una bruttura nel paesaggio circostante).
Al contrario, possiamo usare gli alberi per evidenziare aspetti interessanti, per permettere alla campagna circostante o a un viale alberato di “entrare” nel nostro giardino, dilatando spazi e favorendo emozioni.
Un albero è un elemento verticale, capace di giocare come una quinta ma anche di interrompere l’orizzontalità del paesaggio.
Un albero scandisce gli spazi e funziona ottimamente da elemento segnale, ossia può essere usato per mettere in risalto in modo discreto ma efficace un ingresso o una seduta.
Che dire poi del ruolo fondamentale nel raffrescamento estivo? Un albero, anche di piccole dimensioni, produce ombra ed evapotraspira, sottraendo acqua al terreno, entrambi fenomeni che riducono sensibilmente la temperatura (per non parlare del piacevolissimo e rinfrescante frusciare delle foglie mosse dal vento).

Come operare la scelta
È bene non farsi cogliere impreparati e iniziare a progettare il nostro spazio verde, anche se alla bella stagione manca ancora qualche mese. Certo non possiamo coltivare una quercia in una cassetta per gerani, ma fortunatamente la natura e la ricerca florovivaistica hanno messo a disposizione numerose specie e varietà tra le quali scegliere quella ideale per colore, epoca di fioritura, architettura e sviluppo a maturità.
 
Archiviamo quindi il mito dei giardini troppo piccoli per permettersi un albero e sfogliamo le pagine dei cataloghi alla ricerca della pianta perfetta.

Certo una pianta non può essere scelta solo sulla carta e prima di inserirla in uno spazio occorre valutare bene l’esistente e le condizioni al contorno; tuttavia, quelle che seguono sono piante adattabili alle più diverse situazioni.

Cornus kousa
Una delle mie piante preferite è la Cornus kousa.
Un nome poco conosciuto ma che può dare grandi soddisfazioni, soprattutto per coloro che vivono il giardino tutto l’anno. Crescita lenta, architettura compatta, fioritura elegante alla quale seguono invitanti frutti rossi.
Un bel fogliame verde d’estate e arancio accesso d’autunno completano un albero dai mille pregi ornamentali.

Cercis
Che dire del genere Cercis? Stupendo in primavera, quando dai rami e dal fusto bruno emergono infiniti fiori di colore rosa intenso capaci di trasformarlo in una piacevole e leggera nuvola.
Se abbiamo spazio sufficiente, optiamo per un albero allevato a cespuglio (ossia con molti fusti sviluppati sin dalla base), altrimenti propendiamo per un soggetto impalcato alto.

Aceri giapponesi
Scelte classiche ma che possono rivelarsi vincenti sono quelle riguardanti i numerosissimi aceri giapponesi e Lagerstroemia indica.
Specie e varietà un po’ abusate in passato che, però, sono in grado di svolgere un’ottima funzione ornamentale: il colore primaverile e autunnale di molti aceri giapponesi è davvero inimitabile, mentre la particolare corteccia della lagerstroemia la rende interessante anche nel corso della stagione invernale quando le ricche fioriture sono solo un lontano ricordo.

Corbezzolo
Tralasciando l’olivo (un classico da dosare con perizia in quanto a forte rischio banalizzazione), un’altra specie di origine mediterranea ma più adatta anche alle regioni meno assolate è il corbezzolo.
Arbutus unedo è un sempreverde dalle grandi potenzialità caratterizzato da una crescita lenta e un po’ disordinata che lo rende adatto agli angoli meno frequentati del giardino, dove non rischierà di intralciare il passaggio.

Cotinus coggygria e Prunus
Chiudiamo questa rapida rassegna con due piante molto diverse tra loro: Cotinus coggygria e Prunus ‘Amanogawa’. Il primo è un grande arbusto – che può essere allevato come albero senza difficoltà – capace di regalare una fioritura piumosa, molto leggera, da cui il nome volgare di albero della nebbia: una fioritura che suscita però emozioni alterne e non sono poche le persone che la trovano insignificante. Prunus ‘Amanogawa’, invece, è una varietà che mette d’accordo tutti: la vegetazione, molto stretta, si eleva verso il cielo disegnando un grande punto esclamativo che, in primavera, si ricopre di una delicata fioritura.

Come procedere
Ora che abbiamo scelto la varietà giusta per il nostro angolo di felicità, prestiamo attenzione a non rovinarla durante il trasporto e la messa a dimora. Evitiamo in particolare di danneggiarla cercando di forzarla dentro la nostra vettura e, piuttosto, chiediamo una consegna a domicilio da parte del vivaio o del garden centre.
La pianta non dovrà essere potata prima della messa a dimora: è un falso mito che usano i venditori più scorretti il cui obiettivo è solo quello di semplificare il lavoro nel corso del trasporto. Prendiamo la nostra pianta, portiamola in giardino in modo che possa conoscere i suoi vicini di casa.
Guardiamola bene da più angolazioni e, una volta scelto il profilo migliore, posizioniamo il vaso nel punto dove avremmo voluta metterla a dimora. Sta bene? È l’effetto desiderato? Come cambierà la percezione dello spazio una volta cresciuta? Riflettiamo, lasciamoci ispirare e resistiamo alla tentazione di risolvere tutto con un: “se darà fastidio la poterò un po’”.
Perché un albero al di là delle caratteristiche prettamente ornamentali, è bello solo se capace di esprimere appieno la propria architettura, le proprie potenzialità.
Se siamo convinti, scaviamo la buca di impianto. Altrimenti pensiamoci un altro po’, ruotiamo il vaso, spostiamolo di 20 o 30 centimetri.
 
La natura fornisce sempre una seconda possibilità.

Riguardo l'autore

Luca Masotto

Luca Masotto

Area: Orto e giardino