Ratio Famiglia buoni consigli per l’economia quotidiana.


LEGGI

Edifici ricoperti di verde

Sono veramente green o è solo una moda?

Dopo decenni di cementificazione selvaggia, è tempo di rinaturalizzare i centri urbani. Per calmierare il costante peggioramento delle condizioni ambientali delle metropoli e i tassi di inquinamento sempre più elevati, le città hanno bisogno di verde. Ma come coniugare questa esigenza con quella di sviluppo urbano?
Se è impensabile frenare il consumo di suolo, soprattutto in una prospettiva globale di crescita della popolazione metropolitana, rimane un'unica soluzione: quella di integrare la vegetazione nel costruito.


Dalle pareti verdi ai grattacieli-foresta
Si è partiti dalle facciate verdi, grazie all’intuizione del botanico francescePatrick Blanc, che nel lontano 1986 realizzò il primo muro vegetale della storia per la Cité des Sciences et de l’Industrie di Parigi, e si è arrivati a concepire grattacieli che fungono da veri e propri ecosistemi naturali per la fauna e flora.

Il merito del Bosco Verticale di Boeri
Probabilmente il contributo più importante a questa visione innovativa di integrazione del verde all’architettura urbana è arrivato dal ‘nostro’ Stefano Boeri, architetto e urbanista milanese che negli ultimi anni si è guadagnato onori e riconoscimenti internazionali grazie al suo Bosco Verticale.
Il progetto, realizzato nel 2014, è stato pensato con lo scopo di ricreare un ecosistema naturale che contribuisse alla rigenerazione dell’ambiente e alla biodiversità urbana senza espandere la città sul territorio.
 
Le facciate delle due torri, che svettano nel quartiere di Porta Nuova a Milano, ospitano 711 alberi, 5.000 arbusti di grandi dimensioni e 15.000 piante perenni e ricadenti, che avrebbero occupato una superficie di 20.000 mq. Oltre ad essere un ambiente verticale colonizzabile da uccelli e insetti, il sistema vegetale del Bosco Verticale contribuisce alla creazione di uno speciale microclima, producendo umidità e ossigeno e assorbendo un gran quantitativo di CO2 e polveri sottili.

Grattacieli verdi: vera sostenibilità o moda del momento?
Non stupisce quindi che nel giro di pochi anni lo studio Stefano Boeri Architetti abbia riproposto il concept di foresta verticale in diverse città del mondo dove nasceranno dei piccoli cloni dei grattacieli verdi milanesi.
Ai tanti elogi si sono affiancate anche diverse critiche, in merito soprattutto alla reale sostenibilità ambientale di questo tipo di progetti, messa in dubbio da qualche esperto del campo.
In poche parole, la domanda che ci si pone è se questo boom di grattacieli verdi debba essere visto come l’agognata risposta a un’esigenza di riduzione dell’impatto ambientale del costruito o se sia soltanto una delle mode del momento.

Le foreste verticali non sono così sostenibili
Le riflessioni che vanno fatte in tal senso sono molte. Innanzitutto va considerato che gli ostacoli nella realizzazione di questi progetti maestosi sono tanti e per aggirarli servono soluzioni impegnative.
Si va dai rinforzi in acciaio e cemento necessari per sostenere il peso di piante ed arbusti, ai sistemi automatici di irrigazione fino a quelli per gestire il carico del vento, indispensabili per non rischiare di danneggiare la vegetazione.
Tutte queste soluzioni – pensiamo anche solo alle gru che devono trasportare gli arbusti ai vari piani dell’edificio – richiedono un ingente dispendio energetico, sia in fase di realizzazione sia di gestione. E probabilmente vanificano i risparmi ottenuti da tutte le scelte green e a basso impatto ambientale previste dal progetto.

Basta con gli arbusti, privilegiamo le facciate verdi
In un interessante articolo pubblicato qualche anno fa, il giornalista Kurt Kohlstedt spingeva a riflettere su quanto questa spinta ‘verde’ fosse più un vezzo da archistar piuttosto che una reale soluzione all’inquinamento urbano e alla preservazione della biodiversità. La critica di Kohlstedt era relegata soprattutto agli arbusti.
“Vedere edifici ricoperti di alberi è sicuramente stupefacente ma forse varrebbe la pena di smetterla.”
Questo non vuol dire, secondo Kohlstedt e alcuni esperti del settore, che non si debba integrare la vegetazione al costruito, ma semplicemente che andrebbero privilegiate le tradizionali coperture verdi rispetto alle piantagioni, perché sono più facilmente installabili, necessitano di meno manutenzione, non hanno bisogno di sistemi di sostegno e svolgono meglio il loro dovere. In poche parole, sono più sostenibili.

edifici ricoperti di verde

Riguardo l'autore

Erika Seghetti

Erika Seghetti

Area: Case e immobili, Ambiente e turismo responsabile