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È il momento di investire in BTP?

Innanzitutto facciamo un piccolo ripasso. I BTP (Buoni del Tesoro Poliennali) sono obbligazioni emesse dallo Stato Italiano, che pagano cedole semestrali a tasso fisso, ed hanno una durata che varia tra i 3 e i 50 anni. Oltre ai BTP tradizionali, sono presenti anche BTP che hanno un rendimento legato all'inflazione italiana (BTP Italia) e BTP che hanno un rendimento legato all'inflazione europea (BTP€i).


L’acquisto dei BTP è un’operazione molto semplice, perché può avvenire sui mercati di borsa una volta che i titoli sono stati emessi, o in asta al momento dell’emissione.

Come acquistare
Nel momento in cui un BTP viene acquistato, questo può avvenire sotto la pari, alla pari, o sopra la pari. Nel primo caso l’acquisto avviene ad un valore inferiore a quota 100, ossia inferiore all’importo che sarà rimborsato come capitale alla scadenza. Nel secondo caso l’acquisto avviene ad un prezzo pari a quota 100, ossia ad un valore pari a quello che sarà rimborsato a scadenza come quota capitale. Infine, nel terzo caso, l’acquisto avviene ad un prezzo ad un valore superiore a quota 100, ossia ad un valore superiore a quello che sarà rimborsato a scadenza come quota capitale.
 
È chiaro quindi che il rendimento del BTP dipende dal tasso di interesse delle cedole periodiche, e dalla differenza tra il valore di acquisto ed il valore di rimborso o cessione.

Le variabili
Gli approcci di un investitore possono essere ricondotti a due tipologie. Si può acquistare un BTP con l’obiettivo di detenerlo fino a scadenza per incassare le cedole, ed in questo caso l’unico rischio che si corre è il rischio emittente, ossia il rischio che lo Stato Italiano non sia in grado a scadenza di rimborsare il capitale.
Come alternativa si può acquistare un BTP con l’obiettivo di rivenderlo ad un prezzo superiore a quello di acquisto, registrando una plusvalenza, ed incassando le cedole finché si mantiene il possesso del titolo, ed in questo caso si corre anche il rischio di mercato, ossia il rischio legato alle variazioni di prezzo del titolo.
Nel momento in cui questo articolo viene scritto, i prezzi dei BTP stanno attraversando un periodo di volatilità, perché il rischio emittente Italia è influenzato da incertezze legate a vari fattori, tra i quali l’incertezza del quadro politico dopo le elezioni europee, la difficile situazione dei conti pubblici, lo scontro in atto tra Cina e USA, la Brexit ancora incompleta ed il generale andamento dell’economia globale.
Chi non vuole rischiare perdite nel caso di necessità di vendita prima della scadenza, deve quindi agire con moderazione e privilegiare le scadenze più prossime, meno volatili rispetto alle scadenze più lontane.
Chi punta ad incassare plusvalenze potrebbe approfittare di questo momento per acquistare dei titoli minusvalenti, anche se è fondamentale non incorrere nell’errore di considerare solo il rendimento legato alla futura plusvalenza, dimenticandosi di considerare il rendimento complessivo del titolo legato anche alle cedole che saranno incassate.
 
I BTP oggi in circolazione hanno scadenze che vanno dal 1.08.2019 al 1.03.2067. Le cedole osservabili variano da valori prossimi allo zero (0,05%) al 9%. Le quotazioni alle quali è possibile acquistare, variano dall’86 circa al 131 circa.

I rendimenti
Tralasciando i BTP Italia ed i BTP€i, tuttavia il titolo che oggi consente di ottenere un rendimento netto migliore, non è il titolo con cedola più alta, né il titolo che quota meno di tutti gli altri, ma il BTP con scadenza al 1.09.2049, che ha una cedola pari al 3,85%, ed un prezzo pari a circa 106,7 che complessivamente, se tenuto fino a scadenza, consente di ottenere un rendimento netto di poco superiore al 3%.
Tra questi estremi, è possibile individuare una vasta gamma di combinazioni in base alla scadenza del titolo (più la scadenza è prossima, più il rendimento è basso; più la scadenza è lontana più il rendimento è alto).
Giova anche ricordare che i BTP, come gli altri titoli di Stato, beneficiano di una tassazione del 12,50% sugli interessi e sulle plusvalenze, contro un’aliquota del 26% applicata agli altri titoli.
In queste condizioni, può quindi essere possibile individuare BTP che presentano un rendimento interessante in base al profilo di rischio, anche se resta importante non concentrare il rischio, soprattutto se si prevede che possa essere necessario vendere i titoli prima della scadenza.
La bontà dell’alternativa rappresentata dagli investimenti in titoli di Stato di altri Paesi dipende dal profilo rischio rendimento dei singoli investitori. Paesi più stabili come la Germania offrono rendimenti prossimi allo zero anche per scadenze lunghe. Paesi come gli Stati Uniti ed il Regno Unito emettono titoli in valuta diversa rispetto all’Euro, e quindi il rendimento ottenibile è influenzato anche dall’andamento dei rapporti di cambio tra queste valute e l’Euro, e diventa quindi più complesso “gestirli”. Esistono poi Stati che prospettano rendimenti più elevati, ma per i quali il rischio emittente è più elevato (non dobbiamo dimenticarci quanto successo con i titoli di Argentina e Grecia, che hanno provocato perdite ai risparmiatori che hanno visto restituita solo una parte del capitale investito).
Come spesso accade anche per altri strumenti finanziari, i BTP possono offrire dunque delle opportunità relativamente interessanti, ma è necessario operare con prudenza ed accortezza, valutando il proprio profilo di rischio e la composizione del proprio portafoglio.
Per fare questo è utile rivolgersi alla propria banca al fine di ottenere indicazioni per implementare in maniera corretta un portafoglio diversificato ed in linea con i propri obiettivi di investimento.

Riguardo l'autore

Roberto Franzoni

Roberto Franzoni

Area: Banche - Fisco e tasse